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Visita a Sant’Agata dei Goti e al Castello di Limatola

18 November 2018

Sant’Agata dei Goti, il borgo a picco sullo sperone di tufo

Il gruppo dell’Unitre guidato dalla Presedente, Prof.ssa Maria Rosaria Inversi, ha effettuato un’uscita con meta Sant’Agata dei Goti e il Castello di Limatola. Ad aspettarci ritroviamo Erminia, la brava guida che già ci aveva accolto a Benevento. Erminia comincia il suo racconto…in una bella giornata luminosa, ma sferzata da un vento, a tratti gelido. Sant’Agata dei Goti, borgo in provincia di Benevento, sorge a picco su uno sperone di tufo nella Valle Caudina, alle falde del Monte Taburno. La sua particolarità architettonica gli ha valso la Bandiera arancione e fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia. La pianta del centro storico è fatta a semicerchio e misura un chilometro in lunghezza. Tutt’intorno si estendono le colline. Nella zona nord del territorio sono venute alla luce delle necropoli che risalgono al 300 a.C..

Il borgo di Sant’Agata de’ Goti è ricco di splendidi monumenti, a partire dal Castello ducale, eretto dai Longobardi e poi modificato e ampliato nell’XI secolo dai Normanni. Molte le chiese da visitare: il Duomo o Cattedrale dell’Assunta, fondato nel 970, conserva pregevoli opere artistiche e una cripta romanica. La Chiesa di Sant’Angelo in Munculanis risale all’epoca longobarda. La Chiesa dell’Annunziata del 1300, che un tempo era fuori città, ora è completamente inglobata nel borgo. La Chiesa di San Mennato risale al XII secolo. La Chiesa di San Francesco è sede di una mostra archeologica con una sezione dedicata ai Sanniti e una sezione dedicata al periodo longobardo.

Tanti gli eventi che si svolgono nel borgo. Il più famoso è l’Infiorata del Corpus Domini. Ogni anno le piazze del centro storico ospitano gli altarini per il passaggio della processione e sono decorati con migliaia di fiori colorati.

Sant’Agata è stata spesso set cinematografico. Qui sono stati girati molti film e cortometraggi.

Ma perché il paese si chiama Sant’Agata dei Goti? La risposta è, ancora una volta, scritta nelle pietre della città. In epoca normanna, arrivò in Campania la famiglia Drengot, caduta in disgrazia in Normandia dopo che il primogenito, per difendere una donna, aveva ucciso una persona vicina al duca Riccardo II di Normandia. Per riconquistare posizione sociale, i Drengot si misero dunque al servizio dell’imperatore, come mercenari. E cosi Rainulfo Drengot ricevette in dono la rocca di Sant’Agata. Subito conto che poteva trasformarla in fortezza fece cosi costruire i contrafforti che vediamo ancora oggi (quello che oggi è il parcheggio delle fosse era la cava utilizzata per costruirli). Come si arriva da Sant’Agata Drengot a Sant’Agata de Got e poi a Sant’Agata Dei Goti è facilmente intuibile dato che i Normanni facevano più uso dell’orale che dello scritto. Nel pomeriggio il borgo di Limatola col suo meraviglioso castello.

 

Castello di Limatola

Il piccolo centro di Limatola ha una storia molto remota che inizia tra il VII e VI secolo a.C. con gli Osci, civiltà che popolava gran parte del Meridione prima dell’avvento dei Romani e dei Sanniti. Con l’arrivo di quest’ultimi, il piccolo centro abitato di Limatola passò sotto il dominio sannitico assumendo sempre più importanza. Si susseguirono poi gli stessi Romani, Longobardi, Angioini e Normanni. Durante questi secoli, sia per la sua posizione strategica che per le fertilità delle sue terre, la città crebbe sempre di più. Si trova infatti nel cuore della Campania, a pochi passi dal fiume Volturno. Questo ha reso il terreno particolarmente fertile, ed il suo nome deriva proprio da limo, ovvero terra florida e limacciosa.

Intorno all’anno Mille i Normanni fecero costruire un’imponente fortezza a ridosso del borgo cittadino, nella parte più alta della collina. Il Castello di Limatola inizialmente doveva svolgere una funzione unicamente difensiva, offrendo riparo al re e ai suoi sudditi. Tuttavia, grazie alla sua posizione, era quasi impossibile muovere un assedio contro. L’unico modo per raggiungere il castello era attraverso un complicato sistema di stradine che si arrampicavano sul versante della collina. Questo mutò le funzioni della struttura a semplice (e appariscente) residenza.

Negli anni ha subito vari restauri e interventi, sempre influenzati dall’arte del periodo di riferimento.

Ma, è durante il periodo natalizio che il castello attira migliaia di visitatori. Da anni, infatti, tra novembre e dicembre, si tiene al suo interno un’affascinante mercatino arricchito da varie mostre e spettacoli. Un appuntamento volto a far conoscere le meraviglie culinarie della provincia beneventana (e in parte casertana vista la sua vicinanza), e non solo. Artisti ed artigiani approfittano della location per mostrare al pubblico le proprie opere, trasformando i corridoi e i piazzali interni del castello in un vero e proprio viaggio nell’arte campana. Un viaggio da vivere con in mano un bel bicchiere caldo di vin brulé e un cono di caldarroste. Perché le cose vanno fatte sempre come si deve.